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CONSUMO DI SUOLO NELLE AREE COSTIERE

Legambiente presenta “Salviamo le coste italiane”

Ancona, 31 luglio 2013

Legambiente presenta “Salviamo le coste italiane”
il dossier dedicato alla tutela dei paesaggi costieri della Penisola

Il 55% delle coste marchigiane trasformate per sempre dal cemento
Dal 1985 ad oggi, nonostante la legge Galasso, spariti 7 km di costa

Legambiente: “Urgente fissare il vincolo di inedificabilità assoluta ad 1chilometro dalla linea del mare”


Fermare il consumo di suolo sulla costa. È questo l'appello di Legambiente in occasione della presentazione del dossier “Salviamo le coste italiane”, il rapporto dedicato alla tutela dei paesaggi costieri della Penisola.
Dei suoi 180 km di lunghezza, le Marche contano ben 98 km di costa oramai trasformati a usi urbani e infrastrutturali, circa il 55%. Risultano liberi dall’urbanizzazione i 26 km di costa ricadenti nelle due grandi aree protette, formate dal Parco Regionale del Monte Conero e il Parco Regionale del Monte San Bartolo, che anche grazia alla morfologia montuosa, hanno fatto da freno al cemento. Altri 28 chilometri di aree agricole e 14 di aree ancora naturali rischiano di finire cancellati dalla continua crescita del cemento. Il 64% del consumo verificatosi tra il 1988 ed il 2006 (circa 4,5 km) è avvenuto per usi prettamente urbani (residenziali e servizi annessi); il restante 36%, quindi 2,5 km, consiste in opere infrastrutturali e industriali.
Nonostante la Legge Galasso del 1985, ultimo momento di vera attenzione nei confronti della tutela del patrimonio costiero, nelle Marche dall'entrata in vigore di quella legge ad oggi sono spariti altri 7 km di costa.

“L'inedificabilità assoluta è il prossimo grande obiettivo che questa Regione deve porsi – commenta Luigino Quarchioni, presidente di Legambiente Marche -, ormai questa scelta non può più essere rimandata. Tutte le aree costiere ancora libere dall'edificato devono essere tutelate per almeno 1 chilometro dal mare. E questo non solo per salvaguardare le bellezza e la qualità del nostro territorio, risorsa non rinnovabile e preziossima per la valorizzazione anche in chiave turistico-economica della nostra Regione, ma anche perché le Marche sono particolarmente esposte al rischio idrogeologico e al fenomeno dell'erosione costiera. I numeri non lasciano dubbi – conclude Quarchioni -, è necessario accelerare il passo e prendere provvedimenti seri e urgenti per la tutela del nostro litorale”.

Lo studio è stato realizzato su 1.800 chilometri di coste delle Regioni Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Lazio, Sicilia ed è scaricabile al sito www.legambiente.it

L’ufficio stampa di Legambiente Marche
Via IV Novembre 78
60018 Montemarciano (AN)
Legambiente presenta “Salviamo le coste italiane”
Legambiente presenta il primo studio sul consumo di suolo nelle aree costiere
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