Plasticentro, per liberare i fiumi dalla plastica

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12 Marzo 2025

Plasticentro, al via il progetto per liberare i fiumi dalla plastica e salvare il mare.

Ogni anno 626 milioni di rifiuti (pari a 3382 tonnellate) entrano tramite i fiumi nei mari che lambiscono l’Europa. L’Italia tra i paesi più inquinanti. Dai rifiuti nelle acque danni alla biodiversità, al turismo e alla sicurezza.

Al via Plasticentro, il progetto che sperimenta misure per il contrasto all’inquinamento da plastiche nei fiumi Tevere, Aniene e Tronto, tramite monitoraggio e raccolta rifiuti, implementazione di barriere galleggianti e validazione della minimizzazione delle microplastiche tramite unità di microfiltrazione delle acque reflue nelle regioni Lazio, Umbria e Marche. 

Di seguito il servizio di Tv Centro Marche dedicato al progetto.

L’accumulo dei rifiuti negli ambienti naturali rappresenta una grave minaccia per gli ecosistemi e la salute umana. Un problema ormai noto ma al quale ancora non riusciamo a rispondere in maniera adeguata. A livello globale, secondo le stime, ogni anno vengono immessi nei fiumi, nei laghi e negli oceani da 9 a 23 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, cui si aggiungono altre 13-25 milioni di tonnellate negli ecosistemi terrestri. Secondo un recente report dell’Agenzia Europea per l’ambiente (Marine Litter in Europe – An integrated assessment from source to sea), ogni anno 626 milioni di oggetti galleggianti in media – tra i 307 e i 925 milioni – (pari a 3382 tonnellate di rifiuti all’anno) entrano dai fiumi nei mari regionali europei da 32 paesi costieri dell’Unione Europea e dell’EurasiaIl Mar Mediterraneo in particolare riceve il 36% dei rifiuti fluviali immessi in Europa. Secondo il report “The Mediterranean: Mare Plasticum” dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) nel bacino mediterraneo si trova oltre un milione di tonnellate di plastica. L’Italia figura tra i paesi che contribuiscono maggiormente a questo fenomeno con l’11,3% dell’apporto di macro-rifiuti dai fiumi, seconda solo alla Turchia che contribuisce per il 16,8%. 

E il danno non riguarda solo l’ecosistema marino, perché recenti studi hanno evidenziato come una parte significativa di rifiuti provenga e resti nell’ambiente fluviale, andando ad intensificare gli effetti negativi anche in questo ambiente. 

Per individuare le più efficaci misure di contrasto alla dispersione dei rifiuti e promuovere buone pratiche utili a frenare il fenomeno, è partito il progetto Plasticentro (Misure sperimentali per il contrasto all’inquinamento da plastiche nei corsi d’acqua del Distretto dell’Appennino centrale), guidato dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale con la partecipazione di Enea, Arpa Umbria, Arpa Lazio, Università Politecnica delle Marche e Legambiente. Oltre al partenariato partecipano e collaborano poi alle attività di progetto diverse importanti realtà territoriali, tra cui la Regione Lazio, RAM/Capitaneria di Porto di Roma, Contratto di Fiume Tevere Foce-Castel Giubileo, Regione Marche, Regione Abruzzo, Contratto di Zona umida Gestore RN Sentina, EGATO ATO2, ACEA-ATO2, , Regione Umbria e regione Abruzzo. 

Fino alla fine dell’anno prossimo (dicembre 2026), il partenariato sarà impegnato in numerose attività mirate a intercettare e raccogliere i rifiuti plastici presenti nei corsi d’acqua e sulle sponde prima che giungano al mare. Le attività riguarderanno sia le microplastiche, sia i macro-rifiuti, con azioni volontarie e di sensibilizzazione che prevedono la pulizia e la raccolta dei rifiuti lungo le sponde dei fiumi Tevere e Tronto in diversi punti nel Lazio, Umbria e Marche. Da Roma a Perugia, da Ostia alla Riserva della Sentina (AP), in concomitanza con la pulizia verrà svolta l’attività di censimento e catalogazione dei rifiuti rinvenuti per stabilire le principali tipologie di rifiuto e le attività dalle quali derivano.  

Le attività di River Litter e Beach Litter, organizzate da Legambiente, riguarderanno le sponde dei fiumi Tevere, Aniene e Tronto, nonché le spiagge presso le loro foci. 

I rifiuti raccolti nei sacchi differenziati secondo il contenuto, saranno affidati alla municipalizzata di riferimento o ad altre società che parteciperanno al progetto, per avviarli verso il più adeguato smaltimento o riciclo. 

I dati sulle tipologie, categorie e concentrazione dei rifiuti forniti dai volontari saranno raccolti dall’ufficio scientifico di Legambiente, elaborati e riportati in una relazione in cui verrà ricostruito anche lo studio delle fonti che confluirà nella redazione di un Protocollo standard condiviso, con tutte le informazioni necessarie per poter procedere con misure di prevenzione mirate ed efficaci, da promuovere anche nei Comuni lungo i fiumi. 

Per ulteriori dettagli visita il sito di Legambiente.