L’economia circolare che serve alle Marche

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16 Aprile 2024

Una riflessione di Legambiente Marche sulla gestione dei rifiuti della Regione

Le Marche hanno sempre raccontato una storia virtuosa nella gestione dei rifiuti e questo devono continuare a fare nei prossimi anni, imboccando la strada dell’economia circolare. La strada che porta verso questo modello sostenibile di gestione dei rifiuti, che come Regione abbiamo iniziato a percorrere, è fatto di un percorso a tappe, nessuna di queste trascurabile e tutte imprescindibili ed interconnesse tra di loro.

1) La prevenzione della produzione dei rifiuti: il primo punto strategico da affrontare che non può più essere trattato come uno slogan, ma come un vero obbiettivo politico, fatto di azioni e scelte progettuali che partono dalla Regione, con uno sviluppo top down, necessario a rendere la riduzione della produzione dei rifiuti nelle abitazioni e nelle città, desiderabile. Questo primo step della prevenzione ad oggi come Regione non lo abbiamo mai veramente affrontato. Lo dimostrano i numeri che da 10 anni disegnano una produzione di rifiuti pro capite annuale che oscilla tra i 500 e i 530kg. Non a caso nel 2022 abbiamo chiuso l’anno con un procapite di 510kg di rifiuti prodotti a testa, una media perfetta di uno stallo ormai consolidato.

Quest’anno nella nostra Regione abbiamo premiato 14 Comuni Rifiuti Free, quelle amministrazioni virtuose che, oltre a superare il 65% di raccolta differenziata, riescono a mantenere una produzione pro capite di rifiuti urbani sotto i 75kg all’anno. Vorremmo arrivare a premiarne molti di più, ed è possibile farlo, come dimostrano le Regioni che registrano sul proprio territorio centinaia di Comuni virtuosi. Per affrontare questo primo passo però dobbiamo comprendere che la prevenzione è il principale ragionamento da mettere in campo, sia quando definiamo la governance dei rifiuti che quando ragioniamo di azioni, incentivi e supporto economico alle attività produttive che producono rifiuti assimilabili agli urbani.

) La governance: Una buona governance oggi, segue i modelli virtuosi che dimostrano, numeri alla mano, un bilanciamento tra l’aspetto ambientale ed economico nella gestione dei rifiuti. Nella nostra Regione alcune buone pratiche esistono e non dobbiamo inventarci nulla, ci basta osservare quello che funziona e diffonderlo uniformemente in tutto il territorio. Mandare a regime le ATA rendendole efficienti si è rivelato un obbiettivo più difficile del previsto ed in alcuni casi ancora non raggiunto, la sola ATA 2 di Ancona sta dimostrando una visione che va oltre la gestione delle emergenze operando anche con azioni di pianificazione, dall’impiantistica all’obiettivo del gestore unico. Con il nuovo PRGR auspichiamo un salto in avanti, nella speranza di superare uno stallo squisitamente politico che ha portato intere provincie all’immobilismo.

L’esempio della Provincia di Macerata è purtroppo emblematico: da anni infatti l’ATA e i sindaci che ne fanno parte non trovano un accordo per realizzare una discarica d’ambito necessaria, condannando il territorio provinciale a scelte ambientalmente ed economicamente più dolorose, con l’invio dei rifiuti fuori Provincia. Una buona governance deve anche saper realizzare gli impianti necessari al proprio territorio e per realizzarli, la politica che accompagna questi processi deve avere un respiro più ampio dell’interesse localistico, troppo spesso ostaggio della sindrome NIMBY (non nel mio giardino) e NIMTO (non durante il mio mandato elettorale). Questo cambio di visione è possibile anche se iniziamo ad abbandonare certi concetti di gestione che oggi sono nettamente obsoleti come, ad esempio, pensare alla termovalorizzazione come soluzione unica e imprescindibile, invece di puntare su tutti gli impianti necessari per una corretta e virtuosa valorizzazione dei nostri rifiuti. Stesso discorso applicabile per le discariche. Se infatti in Provincia di Macerata non si trova un sito idoneo per fare la discarica da almeno 6 anni, nella Provincia di Pesaro e Urbino accade il contrario; si pensa troppo spesso a fare discariche (e a riempirle in fretta) anziché a concepirle come uno strumento a servizio del territorio, che esattamente come per la termovalorizzazione, deve essere residuale. Per abbandonare questi concetti vetusti, la politica deve liberarsi di alcuni modelli di sviluppo lineari che appartengono al passato, definiti come “business as usual”.

3) L’impiantistica: “Rifiuti Zero Impianti mille” cita un nostro slogan quanto mai attuale, rivolto specificatamente alla necessità di affamare le discariche, attraverso la realizzazione degli impianti di riciclo. Nelle Marche bisogna realizzare gli impianti dell’economia circolare, a partire dagli impianti di trattamento aerobico e anaerobico dell’organico e che nelle Marche ancora mancano.

Se infatti ad oggi continuiamo ad inviare circa il 30% dei rifiuti organici fuori Regione, possiamo dire che un passo avanti è stato fatto con la realizzazione del primo impianto di produzione di biometano da FORSU ad Ostra (AN) della società Astea. Anche la nostra Regione finalmente realizza il primo impianto che ricicla i nostri rifiuti organici per produrre energia pulita e compost di qualità.

Oltre a questi impianti servono tanti altri impianti per ridurre i conferimenti in discarica, come ad esempio l’impianto di spazzamento stradale che l’Ata2 di Ancona vorrebbe realizzare a Montemarciano (AN).È di questi impianti che abbiamo bisogno per diventare virtuosi, insieme a tanti altri, che oggi ci permettono di riciclare materiali che fino a ieri venivano bruciati o conferiti in discarica. Una Regione come la nostra deve assolutamente dotarsi di questi impianti, anche perché raggiunge un’alta percentuale di raccolta differenziata e non deve disperdere tutto il lavoro fatto a monte, con una raccolta differenziata effettuata da cittadini virtuosi e gestori dei rifiuti attenti. Questi impianti potrebbero permetterci di realizzare la fabbrica delle materie prime seconde, permettendoci così di coniugare letteralmente l’aspetto ambientale a quello economico e lavorativo.

4) Il servizio erogato sui territori: inutile girarci attorno. La raccolta porta a porta (PaP) resta ad oggi il perfetto equilibrio tra sostenibilità ambientale ed economica. Ce lo insegna il modello maceratese con un servizio PaP distribuito oltre il 90% del territorio provinciale, con le migliori performance ambientali e una TARI più bassa rispetto a modelli di gestione più frammentati e meno puntuali dei vicini. In tutta la Regione va avviato principalmente il modello di raccolta dei rifiuti Porta a Porta: a parità di percentuale di raccolta differenziata, laddove si raccoglie con il porta a porta, la qualità del rifiuto conferito ed effettivamente riciclabile è più elevata rispetto ad altri modelli di raccolta convenzionali, con variazioni di scarto significative (indagine Legambiente SOS Qualità 2023: su un campione di 562 Comuni, serviti per il 58% da modalità di raccolta mista e 42% da Porta a Porta, abbiamo rilevato come le impurità della raccolta differenziata passino dal 15,2% della raccolta mista al 3,4% con il modello porta a porta. Due differenze considerevoli per contenere i costi di gestione e migliorare le performance ambientali). In secondo luogo, ci sono nella nostra Regione territori ormai maturi sotto il profilo della raccolta differenziata, che da anni raggiungono numeri importanti e che oggi necessitano necessariamente di fare un salto in avanti, per evitare pericolosi stalli che generalmente precedono flessioni sui numeri e malcontento nella popolazione. Elementi arricchenti sono sicuramente lo sviluppo della tariffa puntuale e modalità di raccolta smart per quelle frazioni merceologiche più sensibili (come l’organico). Allo sviluppo della tariffa puntuale e a nuove modalità di raccolta si deve comunque affiancare un’attività continuativa negli anni di conoscenza, informazione e formazione ai cittadini, a partire dalle scuole, sui materiali che usiamo e di educazione alla raccolta differenziata.

Puliamo il Mondo con una scuola primaria della Provincia di Macerata

Come scritto all’inizio, queste quattro azioni sono fortemente connesse tra loro ed imprescindibili se vogliamo far decollare l’economia circolare nella nostra Regione. Sono anni che evidenziamo pratiche virtuose come la raccolta differenziata o modelli di gestione come quello maceratese che per anni ci hanno permesso di diffondere buone pratiche da emulare. Ma non basta più. Non possiamo accontentarci di quanto fatto fino adesso, ne pensare che una raccolta differenziata superiore del 70% sia più sufficiente a definirci virtuosi. Alcuni degli stalli precedentemente menzionati vanno superati oggi e non delegati all’amministrazione che seguirà o alla comunità vicina. Non possiamo più restare fermi e vivere di rendita perché la flessione è dietro l’angolo anzi, la stiamo già sperimentando. La raccolta differenziata quest’anno, per il primo anno da più di 10 anni a questa parte non solo non è cresciuta, ma ha anche subito una piccola flessione. Un piccolo ma temibile indietreggiamento che non rende giustizia a quanto di buono fatto in tutti questi anni e che dobbiamo scongiurare a tutti i costi con azioni immediate e coraggiose.

il video intervento dell’Assessore all’Ambiente Stefano Aguzzi all’ecoforum marche del 9 aprile 2024

Allora realizziamo gli impianti di riciclo e affianchiamo a questi impianti modelli efficaci di raccolta differenziata. Governiamo il tutto con politiche di ampio respiro, mettendo davanti a tutto questo una semplice quanto importante regola:“il miglior rifiuto è quello che non si produce”.